Nessuna intesa sul ddl Zan si va allo scontro, rischi seri per la maggioranza

Manca accordo finanche sulla calendarizzazione

La redazione

Finora questo governo e soprattutto la maggioranza che lo sostiene hanno scivolato sull’olio. I provvedimenti approvati erano tutti più o meno scontati, per quanto importanti come il Recovery plan, e la loro approvazione interessava a tutti indistintamente. Finanche l’opposizione, corposa a destra, poco consistente a sinistra, è stata sempre orientata ad un atteggiamento più di facciata che di sostanza.

Pd e M5S fanno fronte compatto e respingono emendamenti che se passassero riporterebbero comunque il provvedimento (ddl Zan) alla Camera per l’approvazione definitiva.

Se l’avversario di ferro, il leghista presidente della commissione giustizia del Senato, Andrea Ostellani, che ha sempre boicottato la discussione della legge in commissione, improvvisamente sostiene che basterebbe eliminare nel ddl ogni riferimento all’identità di genere, per renderla approvabile, non è certamente l’unico ad essere folgorato in questi giorni sulla via di Damasco.

Sarà un caso, ma quando c’è bagarre nella politica italiana, c’è sempre di mezzo Matteo Renzi. Da segretario del Pd, dopo il famoso “stai sereno Enrico”, ne fece cadere il governo, ed il 22 febbraio 2014 fu nominato Presidente del Consiglio. E’ stato lui, senza ombra di dubbio a far venir meno la maggioranza al Conte due, aprendo la strada alla Lega in maggioranza ed al governo. Poco conta per il Senatore di Scandicci che non è che queste manovre abbiano accresciuto il consenso. Nel 2014 guidava un Pd al 40%, ora è alla guida di un partitino del 2,5%, non è sceso nelle previsioni elettorali, è precipitato in modo catastrofico.

Sul ddl Zan Matteo Renzi e la sua Italia Viva alla Camera votò a favore di quel testo. Ora in aperta sintonia col partito di Salvini propone altri nuovi emendamenti.

Faraone, da sempre ventriloquo di Renzi, accusa Letta di voler imporre a tutti il pensiero del Pd, e tanto per fare una cosa nuova, torna al ritornello di Italia Viva: “così andate a schiantarvi, senza i nostri voti non ce la fate”. Lo abbiamo sentito ripetere a turno dai colonnelli di Italia viva quando suonavano le campane a morto del Conte II.

Non abbiamo la sfera di cristallo e non sappiamo come andrà a finire, ma fossimo in Draghi qualche preoccupazione l’avremmo, è la prova provata che la sua maggioranza semplicemente non esiste, somiglia tanto a quei matrimoni che stanno in piedi solo perchè non ci sono i mezzi economici per affrontare una separazione e due vite separate.

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