Passaggio di consegne al Nazareno tra Elly Schlein ed Enrico Letta
Il segretario uscente dona alla neo eletta un melograno, sottolineando che è “simbolo di prosperità e di fortuna”.
Gianvito Pugliese
Ieri sera poco prima delle 23,30, mentre lo spoglio delle schede per l’elezione del segretario nazionale del Pd era ancora in corso, ma si avvicinava alla conclusione, Stefano Bonaccini, dato dai sondaggi della vigilia per vincitore e risultato primo tra i quattro candidati, con largo margine, nelle primarie dei circoli del partito, ha ammesso la propria sconfitta e dichiarato vincitrice e nuova segretaria del Pd Elly Schlein.
Poco dopo, mentre quest’ultima si preparava al suo primo discorso da vincitrice, si sono appresi i dati definitivi: una vittoria con il 53,8% contro il 46,2% di Bonaccini, certificata dal “popolo delle primarie” (più di un milione le persone ai gazebo), che ha contraddetto tutte le previsioni di quelle prefiche che davano il Pd per un partito in irreversibile estinzione, nonostante avesse già dato un segno di vitalità nelle regionali, indubbiamente perse dal centrosinistra, ma nelle quali i Dem erano cresciuti, ritornando a sancire il proprio essere il secondo partito del Paese, dopo quello che vede leader la Presidente del Consiglio.
Stefano Bonaccini dimostra, ancora una volta, in questa circostanza, di essere un politico di razza e uomo affidabile: “Elly è stata più capace di intercettare una richiesta di rinnovamento. Sento la responsabilità di darle una mano. Io sono a disposizione“. Il primo augurio del segretario uscente Enrico Letta, è significativo e la racconta tutta: “Riuscirà laddove io non ce l’ho fatta”.
Dalle capigruppo Debora Serracchiani e Simona Malpezzi emerge immediato lo “spirito unitario” e l’intenzione di lavorare per tenere unito il Partito. Tra i primi ad intervenire l’ex ministro Graziano Delrio, oggi Senatore della Repubblica: “Le scissioni sono una sciagura, sempre. E di solito sono il frutto di errori di entrambe le parti. In Emilia-Romagna si dice ‘per fare un fosso ci vogliono due rive’. Se il Pd non tradisce la sua ispirazione originaria e conserva il suo valore, che è fatto di diverse culture e sensibilità, io rischi non ne vedo. La campagna delle primarie è stato un confronto molto sereno. Ognuno si sentirà a casa sua se si faranno scelte condivise“.
E’ la volta di Dario Franceschini più volte Ministro dei Beni culturali: “Un’onda travolgente cui nessuno credeva. Un’onda di speranze, di rabbia, di orgoglio, di entusiasmo” ‘E’ l’inizio “davvero una nuova storia“. Walter Verini, braccio destro di Walter Veltroni a capo del governo: “Il Pd con Elly Schlein segretaria può e deve scrivere una pagina nuova. Con tanta parte del Paese. Con l’aiuto sincero e leale di tutti iscritti ed elettori. Con quello di Bonaccini. Insieme. Radici Pd e ‘sguardo dritto e aperto nel futuro’ ”.
Elly Schlein, raggiante, come uno scalatore che ha raggiunto una vetta inviolata, si preoccupa innanzi tutto di richiamare il partito all’unità: “Da domani lavoreremo insieme nell’interesse del paese. Lavoreremo per l’unità, il mio impegno è di essere la segretaria di tutte e di tutti, per tornare a vincere“. Poi una concessione alla sua autentica natura di combattente: “Saremo un grosso problema per Giorgia Meloni. Anche questa volta non si sono accorti che arrivavamo“.
Prima di chiudere con ieri sera ed arrivare al passaggio di consegne tra Elly ed Enrico Letta una sola precisazione: la neo segretaria ha vinto le primarie nelle grandi città, nello stesso luogo in cui il Pd riesce a vincere, a differenza di quanto avviene nelle provincia, un po’ come, per i laburisti, Londra e la campagna inglese. Così ha fatto incetta di voti a Milano, Roma, Torino, Bologna, Firenze, Palermo e Napoli, compensando i voti della provincia e simbolicamente aggiudicandosi tutte le Regioni, fatta salva, e lo dico con dispiacere, la mia Puglia.
Magro bottino, quantomeno finora, per Conte e Renzi e compagnia cantante, appostati e pronti a raccogliere l’eredità del moribondo, al momento resuscitato. Evito di dirvi, care lettrici e gentili lettori, quali animali a quattro zampe o a due artigli e due ali mi hanno ricordato. Per ora dovranno accontentarsi di provare a contendersi Giuseppe Fioroni, ex dirigente della Margherita e tra i fondatori del Pd che ha dichiarato di lasciare il Partito, che ha poco a che vedere col Pd che fondò e che oggi vede troppo proteso a sinistra. Peccato abbia dimenticato, l’età fa brutti scherzi, parlo per me ovviamente, che Elly Schlein ha costituito, esattamente dieci anni or sono, “Occupy Pd”, il movimento di protesta contro i 101 franchi tiratori che in Parlamento stroncarono la corsa di Romano Prodi al Quirinale. Elly Schlein è da un lato una prodiana senza se e senza ma, con una visione moderna ed attuale, più proiettata verso il futuro che nel passato, e che vede, a differenza di alcuni sepolcri imbiancati delle vecchie ed inossidabili correnti, traslate dalla Dc alla Margherita, all’Ulivo ed al Pd, che il partito ha perso gradualmente, proprio nel momento di maggior fulgore numerico (consenso al 40% circa), il contatto con la propria base, con i sindacati, la classe operaia, gli impiegati, gli artigiani, le partite IVA a reddito basso. Si è proiettato alla conquista della classe medio alta del Paese tradendo le proprie origini, la propria vocazione, tradendo milioni di elettori che non hanno riconosciuto più in quel vino annacquato la ricetta che aveva trascinato la società civile a battersi per portare Romano Prodi a Palazzo Chigi. Così si sono voltate le spalle a Gino Giugni (mio docente di diritto del lavoro) ed al suo statuto dei lavoratori. Da troppo un finto modernismo, più vicino all’affarismo che ad altro, ha allontanato il popolo dal Pd.
Oggi, mentre suonavano nuovamente gli ultimi squilli di tromba della chiamata alle armi, simbolica ovviamente, con una guerra alle porte non c’è da scherzare, il vecchio popolo del Pd ha risposto. Non sono stati i tre milioni delle primarie di Walter Veltroni ma, oltre il milione di partecipanti, che con un assenteismo alle urne del 60% ed oltre, è un risultato di tutto rispetto. Ora alla Schlein tocca non deluderlo. C’è chi dice che non potrà sottrarsi all’influenza dei suoi grandi elettori. Per quel che ho visto di lei li ascolterà, come ascolterà tutti, ma le decisioni saranno le sue. Non ha una via diversa da poter seguire.
E questo pomeriggio dopo il cordiale, quasi affettuoso. scambio di consegne con Enrico Letta, preceduto da due ore di colloquio privato fra i due, la prima dichiarazione di Elly da segretaria: “Dobbiamo lavorare per il rilancio e tenere insieme la comunità è fondamentale senza rinunciare a una linea chiara e comprensibile. Avremo cura della storia e dei valori del Pd e li proietteremo al futuro. Questo sarà il nostro sforzo in questi primi giorni di lavoro“. Poi la concretezza di sempre, l’annuncio dell’avvio di un nuovo tesseramento “per aprire le porte al popolo delle primarie”.
In bocca al lupo Elly, ci volevano due donne per dare a questo Paese la possibilità matura dell’alternanza democratica tra destra e sinistra. Per tutte e due la strada sarà irta e disseminata di trappole, gli avversari sono tanti, astuti e tenaci. Vi auguro di riuscirci. Seguo la politica da giornalista da più di dieci lustri. E’ un sogno che ho sempre accarezzato: magari mi darete la gioia di vederlo realizzato.
E che ci siano volute due donne, oserei dire due grandi donne, non mi meraviglia. Se è vero che dietro un grande uomo c’è una grande donna, so da sempre che le donne hanno da sempre una marcia in più. Vi risparmio la facile battuta che se i figli li dovessimo partorire noi uomini, l’umanità si sarebbe estinta da millenni, altro che pericolo atomiche, certezza definitiva. In verità su ogni donna pesano mille gravami e per emergere si deve essere davvero eccezionali. Ad un uomo, assi spesso, soprattutto in questi ultimi anni basta essere davvero normale, se non mediocre, per far carriera. Non è un caso che ci sono oggi due potenziali leader in questo Paese che da tempo era di un grigiore insopportabile, che aveva il tremendo olezzo della putrefazione di un tessuto sociale.
Per seguirci su Facebook mettete il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivetevi al gruppo lavocenews.it. Contatti: direttore@lavocenews.it o info@lavocenews.it. Grazie.