Pentastellati e sciame sismico
Continua una inspiegabile tensione bei pentastellati. Ora che qualche timido segnale di ripresa del consenso c’è, a dispetto di errori commessi in questa campagna elettorale.
GP
Avevo titolato “Nei pentastellati di tutto di più” l’articolo di Politica di avantieri, dedicato a mettere qualche punto fermo nel caos che si agita nel Movimento. Principale protagonista, ma in negativo, il Diba. Avessi mai visto le sue proposte al momento della nascita, no, sempre a posteriori, quelle del famoso senno del poi. Stop! A Di Battista ritengo di aver dedicato più dello spazio e dell’attenzione che merita. Preoccupante appare invece il crescendo Rossiniano del “disagio” di Casaleggio junior. Ne ho accennato nell’articolo su indicato, ma nel frattempo si è aggravato. Vero che anche buona parte dei portavoce 5 Stelle gli hanno mostrato i denti, chiedendo al vertice del Movimento di rivedere i rapporti e stipulare con lo stesso un regolare contratto di prestazione di servizi. Il ragionamento non fa una grinza. Giusto che sia il Movimento e non altri a disporre degli strumenti di comunicazione e consultazione della base. Sono i suoi iscritti, la sua voce, non quella di altri, anche se, l’altro nel caso di specie è il figlio del cofondatore. Giusto che il contratto sia formalizzato: Casaleggio, non è che i servizi li abbia offerti mettendoci di tasca propria il necessario. Riscuoteva dai portavoce. Anzi pare che non tutti e non sempre abbiano pagato. Far chiarezza in queste situazioni non è un delitto, tutt’altro. Ma Casaleggio sembra non starci ed arriva a dire “che se i cinque stelle si trasformano in Partito lui non ci sta”.
Domanda: ma non si è accorto che il Movimento è da tempo un Partito? Affermazione odierna di Antonio Padellaro a Tagadà su la7! E’ così distratto? O, decrittando il messaggio, il significato autentico è “se continua l’alleanza di governo col PD e co. (Sinistra Italiana, Art.1, Italia Viva) io Vi saluto“. Domanda più concreta: ” Caro Casaleggio, innamoramento per il vaffa’ da opposizione, o amore inconfessabile per una destra sovranista e nazionalista, che ormai è poco tollerata in larga maggioranza anche dalla base pentastellata ?”
L’emorragia di voti e consensi risale, stando a tutti i sondaggi, all’epoca del governo giallo verde. La Lega cresceva in maniera inversamente proporzionale alla diminuzione del M5S. Qualche scampolo lo rastrellava il partito della Meloni. Ha ragione Di Maio quando afferma che s’intravedono lievi segnali di ripresa del consenso. Se si vuol davvero ottenere risultati bisognerà mettersi attorno ad un tavolo e stabilire seri e durevoli accordi per l’elezioni dell’anno che viene e prima ancora varare la legge elettorale, ora che il numero dei parlamentari è stato ridotto. Vivere il sogno del “ritorno alle origini” può essere anche lecito, ma va relegato al cassetto dei sogni. Porterebbe all’estinzione. Il mondo cammina e progredisce, non adeguarsi ai cambiamenti è suicidio.
Questo governo, al quale solo gli altri Paesi riconoscono di essere un modello nella gestione del Covid-19, i cui successi europei sono indiscutibili, ma misconosciuti in casa, deve affrontare un’opposizione che ragiona con la logica del “tanto peggio, tanto meglio”, quella che appartenne al Pci, che sognava il potere attraverso la rivoluzione del popolo. Da oggi si aggiungono una Presidente del Senato manifestamente di parte, regioni che quello che dicono in conferenza stato-regioni, lo smentiscono prima ancora di essere tornati a casa, con ventuno reucci alla guida, intenzionati o a guadagnar punti presso il duo Meloni-Salvini o a mostrare ai corregionali la loro totale autonomia, anche se poi nè deriveranno danni irreversibili.
Se anche l’alleato più consistente viene meno, tanto vale consegnare subito il Paese ai sovranisti ed ai nazionalisti. I nostri prossimi amici si chiameranno Orban, Rutt, Putin. Piccolo particolare: ognuno parla la stessa lingua di Salvini, ma mutando il soggetto; cioè “Prima gli Ungheresi, gli Olandesi, i Russi” e gli Italiani? Optionals da sacrificare sull’altare delle alleanze. Magari finalmente l’Ambrogio Brambilla capirà, provandolo sulla sua pelle, ciò che ha subito da sempre Gennarino Esposito. Magra consolazione!
Ho chiesto all’On.le pentastellato Giuseppe Brescia, presidente della prima commissione “Affari Costituzonali” della Camera dei Deputati, il Papà del “Bresciellum”, di esprimere il suo parere sulla telenovella Di Battista – Casaleggio. Con tutto il rispetto per i grillini ed il lori travaglio, la trama genere “Cuore di pietra” o “Anche i ricchi piangono” c’è tutta. Dal ritorno a casa della vecchia fiamma (Diba) allo zio benestante (Casaleggio Jr) che minaccia di diseredare la protagonista, bella ma un po’ oca (la base).
La sua risposta, un’istantanea dell’attuale situazione, è telegrafica: “E’ abbastanza semplice. -dichiara –Siamo ad un bivio: m5s di governo, più maturo, strutturato in forma di partito, responsabile contro m5s di protesta, di opposizione, che fa cadere questo governo” .
“Casaleggio e Di Battista sono per questa seconda opzione perché permetterebbe loro di detenere il potere all’interno del m5s all’infinito.“
Una risposta che non lascia spazio a dubbi interpretativi, più chiari di così.
Registro in chiusura dell’argomento che Fico è “finalmente” sceso in campo apertamente, e lo ha fatto proponendo un direttivo (o direttorio, se preferite) ristretto, che governi il partito. Brescia in realtà da voce concreta e poco diplomatica a quella discesa in campo, attualizzando i principi a monte nell’immediato. Ha, innegabilmente ragione. Chiaro che alla coppia Casaleggio-Diba un partito vincente ed al governo non serve.
Per commenti, precisazioni ed interventi potete utilizzare il “Lascia un commento” a piè dell’articolo, o scrivere alle e-mail info@lavocenews.it della redazione o direttore@lavocenews.it, grazie.