Per Letta Putin prova a strangolare l’Europa, urge tetto al prezzo del gas
Aggiunge “Evitare che la guerra di Putin metta in ginocchio la nostra economia”. Ma la Meloni sarebbe favorevole solo a livello europeo.
La redazione
Il segretario nazionale del PD, Enrico Letta, parlando al Meeting di Rimini al dibattito “Nella diversità, per il bene comune”: “Bisogna evitare che la guerra di Putin metta in ginocchio nostra economia”. Propone, quindi: “Prezzi amministrati per l’energia da subito per 12 mesi e raddoppiare il credito di imposta per le imprese per il periodo che va da giugno a settembre”.
Aggiunge: “Oggi la più grande sfida del nostro paese è evitare il collasso dei costi dell’energia. Ed io mi concentrerò su questo. L’Italia deve intervenire con un tetto al prezzo dell’energia nel nostro paese”.
Precisa: “Dobbiamo intervenire perché ci sia per dodici mesi prezzi amministrati in Italia e un tetto al prezzo del gas e dellenergia, perché questo è l’unico modo per frenare la crescita delle bollette. Dobbiamo intervenire con un intervento di legge, si può fare, non rompe il sistema, perché se lo si fa subito ha effetto immediato. Oggi l’energia elettrica sia di fonti fossili sia energia vengono accoppiate. Ma il prezzo marginale è dato dal fossile che è esploso e porta su anche il prezzo del mercato. Questo crea una stortura del mercato e delle bollette insostenibili. Dobbiamo fare un’eccezione alle regole, perché quando il prezzo del gas e dell’energia elettrica super del 1100 per cento vuol dire che le regole sono saltate. E la regola che dobbiamo far saltare è quella del mercato dell’energia elettrica in Italia”.
Avviandosi a concludere “La nostra proposta è intervenire subito: prezzi amministrati su una soglia più bassa dell’attuale per aiutare le famiglie e soprattutto le imprese. su una soglia molto più bassa dell’attuale. Se non faremo così nostro sistema salta. La strategia di Putin è strangolare Europa”.
Gli risponde, sempre al Meeting di Rimini Georgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, una sorta di sfida tra i due primi partiti del Paese, stando ai sondaggi elettorali: “Sono favorevole al price cap per il gas al livello europeo, ma attenzione a farlo al livello italiano”. E spiega: “Le società che gestiscono l’energia in Italia “sono quotate in borsa e non nazionalizzate, quindi che facciamo mettiamo noi i soldi poi per far comprare a cento l’energia ai Paesi Ue con cui siamo interconnessi?”.
L’obiezione, non è del tutto peregrina, e quindi richiederebbe un serio approfondimento. Sta di fatto però che la Meloni è perfettamente a conoscenza, quanto chiunque altro, che in Ue c’erano diverse resistenze ad un calmiere del prezzo del gas. Anche l’autorevolissimo Mario Draghi ha avuto difficoltà a farlo passare il prima battuta, e avrebbe dovuto riproporlo dopo la pausa estiva, mediando con i Paesi più restii.
Noi non lo crediamo, ma la scelta della Meloni potrebbe sembrare ispirata solo a bloccare la proposta Letta. Ci auguriamo non sia così: l’interesse del Paese dovrebbe venire innanzitutto.