Renzi-Conte e le Sardine

Dall’Ansa all’Agi le principali agenzie di stampa focalizzano l’attenzione sullo scontro in atto tra Renzi ed il Premier Conte. Ma dalle Sardine. presenti a Napoli, arriva una lezione.

GP

Ci pensa Santori, portavoce delle Sardine, a Napoli, in una piazza Dante non affollata come al solito quando chiama il Movimento, a dare una lezione alla politica politicante. Frase coniata, se non erro, dal Berlusconi appena “sceso in campo”. Ci sembrò uno slogan vuoto. Oggi lo usano tanti da destra a sinistra, senza eccezioni. Non era tanto banale. evidentemente.

Saranno state certamente parecchie di meno le Sardine a Napoli, ma prima di ogni cosa hanno incontrato gli operai della Whirlpool, all’insegna del: “Non vi portiamo soluzioni, ma vi offriamo tutto ciò che possiamo darvi:” cioè “visibilità, e fungere da vostra cassa di risonanza”. E la prova della veridicità dell’affermazione è nel numero di microfoni e di emittenti televisive che registravano Sartori. E dallo stesso una raccomandazione, quella che mi rende le Sardine particolarmente simpatiche. “Non cedete alla tentazione”, pur legittima avrei aggiunto, “di rifugiarvi nell’antipolitica e nel non voto. Perchè fareste un enorme piacere ai fautori della mala-politica”, che non sono pochi, avrei aggiunto chiosato. Quante volte ho ripetuto alle lettrici ed ai lettori delle mie rubriche su BariSera, che dichiaravano scarso interesse per la politica, due cose: prima, che il prezzo della benzina, della luce, del gas, finanche del pane, dipendeva dalla politica; secondo, che non votando si fungeva da moltiplicatore del valore del voto delle truppe cammellate, spesso contigue al malaffare ed al crimine organizzato. Dunque, si rendeva e tutt’oggi si rende, un grosso favore a mafia e mafiosi.

Dopo l’incontro con i dipendenti Whirlpool, le Sardine si sono spostate in piazza Dante, per manifestare il loro dissenso sulle politiche della Lega, ed esprimere il loro punto di vista, che sta ottenendo risultati concreti, e non solo nelle elezioni dell’Emilia-Romagna, se è vero, come è vero, che i cosiddetti opinionisti del fronte Salvin-melloniano, ma non solo, gli si sono scagliati contro con una ferocia senza eguali, pari a mio avviso ai danni elettorali registrati e temuti. L’ingenuità delle foto con Benetton e Toscani vien loro rinfacciata ad ogni occasione possibile. E’ recente la sortita del Viceministro Buffagni (M5S), che si chiedeva se Benetton avesse pagato il palco delle Sardine, troppo lussuoso a paragone di quello del M5S. Se la poteva risparmiare, questa infelice sortita verbale tra una aggiustata e l’altra del ciuffo alla Sgarbi. Ed il grande amico del dianzi citato showman, Salvini, era ovviamente a Napoli, poco distante, in un teatrino cittadino, contestato da gruppi sociali con qualche problema di ordine pubblico.

Renzi e Conte vorrebbero pescare le sardine, ma……….disegno di Antonella Chiddo

Mentre, dunque, Mattia Santori, il giovane, ingenuo e con poca se non proprio nessuna dimestichezza con la politica, o meglio l’attività partitica, si occupa di dar voce con le sue sardine a chi la voce non ce l’ha (era del giorno prima la manifestazione in favore dello studente egiziano arrestato al ritorno in patria per motivi politici) e dei problemi seri della gente comune (quella che magari non vota, disgustata e depressa nel non riuscire ad arrivare a metà, altro che a fine mese), il primo piano televisivo e dei media che contano veniva monopolizzato dal botta e risposta tra Renzi e Conte, ognuno impegnato a dimostrare che è l’altro che lascia, non egli stesso a volere la diaspora. Dice una vecchia regola della politica che, chi stacca la spina perde. “Vecchia”, anzi obsoleta, tanto da non contar più: infatti, le intenzioni di voto pro Salvini sono oscillanti, ma si mantengono alte, nonostante a staccar la spina ad agosto sia stato lo stesso leader della Lega (che all’epoca non ne fece mistero). Livello alto, anche se in leggera flessione, nonostante che ultimamente non ne stia imbroccando una (dal citofono all’aborto, solo per citarne alcune) e che ormai sia chiaro anche agli asinelli sardi che i decreti sicurezza e la guerra alla distribuzione delle droghe leggere a scopo terapeutico in negozi autorizzati, sono due facce della stessa medaglia, che consiste nel rendere un grandissimo servizio alla malavita organizzata. Nel primo caso, infatti, relegando e condannando tutti o quasi gli immigrati nel mondo del sommerso si fa dono alla malavita organizzata di manodopera a costo zero. Cos’altro può fare un disgraziato senza documenti, impossibilitato a trovare lavoro regolare? Uno che, non dimentichiamolo mai, per venire ha rischiato la pelle, sapendo di non avere tante probabilità di arrivare vivo. Un disperato. Nel secondo caso, si codifica il diritto di esclusiva della produzione, vendita all’ingrosso e spaccio al dettaglio di tutti gli stupefacenti, ivi comprese le droghe leggere e terapeutiche, alle organizzazioni malavitose. E meno male che erano decreti sicurezza. Figuratevi se non lo fossero stati: eleggevamo direttamente il successore di Riina a Presidente della Repubblica, magari dandogli quei pieni poteri che Salvini ha chiesto per se, avviando una serie di gaffe che, a lungo andare, ne segneranno probabilmente il tracollo. Alle ascese repentine segue l’inevitabile caduta libera. Accade sempre, e recentemente è successo a Renzi ed al suo Pd, ed ancor più platealmente al Movimento di Beppe Grillo. Corsi e ricorsi storici: Giambattista Vico docet. .