Si vota all’estero.

Risultati elettorali alle politiche in Polonia (primo turno) e alle comunali i Francia (ballottaggi). Mercoledì 1 luglio referendum in Russia voluto da Putin.

Gianvito Pugliese

Tra i più attesi esiti delle consultazioni quello in Polonia. Della sfida abbiamo scritto ieri. Ai seggi alle 21 di ieri si era recato il 63% degli aventi diritto, contro il 49% del 2015. Tutto più o meno come nelle previsioni: al ballottaggio il sovranista Capo del governo uscente, Andrej Duda, che ha ottenuto in questo primo turno il 42%, e che dovrà vedersela con l’europeista Sindaco di Varsavia Rafael Trzaskowski staccato di 12 punti -ha ottenuto il 30%-. Al secondo turno potrebbero ribaltarsi i risultati attuali delle urne. Trzaskowski, infatti, potrebbe ottenere l’appoggio del giornalista televisivo, cattolico progressista, Szymon Holownia, che ha ottenuto il 13% delle preferenze, e di Wladyslaw Kosiniak Kamysz, del Partito dei Contadini, con il 2,6%. Con il 46% quindi, potrebbe battere l’avversario che si prevede resti inchiodato al 42% ottenuto.

“L’Europa –afferma Elisabetta Rosaspina del Corriere della Sera– è una spettatrice trepidante del conflitto interno tra due opposte visioni del futuro. La Polonia, sesta potenza economica dell’Unione, si è mostrata sorda o almeno indifferente ai richiami e alle quattro procedure d’infrazione inutilmente aperte nei suoi confronti dal 2017″.

Sfida europea importante anche in Francia, dove si è votato per le comunali. L’affluenza alle urne per questo secondo turno è stata scarsa. Hanno votato meno del 40% degli aventi diritto. Macron «preoccupato per l’astensione». Trionfa Europe Ecologie-Les Verts (EELV), i verdi ambientalisti francesi. Eva Sas, la portavoce, esulta per la conquista di città come Lione, Bordeaux, Marsiglia , Strasburgo, Poitiers, Besançon e Tours. Ora il leader degli ecologisti, il deputato europeo Yannick Jadot, vede la possibile candidatura alle presidenziali del 2022. Male en Marche, il partito di Macron, giovane, ma già dilaniato da faide interne. Tiene solo a Le Havre, dov’era candidato il premier Edouard Philippe. Per il governo si profila un serio rimpasto che tenga conto dell’ecologismo verde crescente nei Francesi. Parigi riconquistata dalla sindaco uscente Anne Hidalgo (sinistra) con oltre il 50% dei voti. Perpignan, città con più di 100 mila abitanti, andrebbe ad un esponente del Rassemblement national, Louis Aliot, ex compagno di Marine Le Pen, secondo le proiezioni al 53%. Il risultato conseguito con liste aperte anche a molti si sinistra. Per Aliot un esperimento replicabile. Bordeaux, dopo 73 anni, non avrà più un sindaco di destra, ma l’ecologista di sinistra Pierre Hurmic. Contro le previsioni della vigilia la sindaco uscente di sinistra Martine Aubry viene confermata per altri sei anni che si aggiungono ai 19 che l’hanno vista governare Lille.

Imminente appuntamento importante con le urne, mercoledì 1° luglio in Russia, dove i cittadini russi sono chiamati a pronunciarsi sulla riforma costituzionale che intende eliminare il limite dei due mandati per il Presidente. Vladimir Putin così potrebbe restare in carica fino al 2036. La riforma costituzionale è stata già approvata dal Parlamento, non necessita di essere convalidata, ma Putin vuole il plebiscito popolare. Se passerà-come sembra scontato-, Vladimir Putin, 67 anni, al potere dal 2000, potrebbe restarci per i prossimi 16 anni. A spingere i russi al si c’è l’abbinata introduzione del salario minimo ed altre misure poco significative, ma molto popolari.

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