Simonetta Lorusso

Simonetta Lorusso candidata alla Regione con Emiliano Presidente. Poche chiacchiere e molti fatti. La garanzia: la sua vita ed i suoi percorsi.

GP

Ieri una interessante serata, all’ “Arena Quattro Palme”, vedeva impegnate tre importanti donne della nostra terra: Simonetta Lorusso, Marida Dentamaro e Magda Terrevoli. Il titolo dell’incontro emblematico, “Come votare per cambiare”, con un occhiello, diremmo usando un termine giornalistico, o anche più semplicemente, con un sottotitolo esplicativo “la doppia preferenza di genere”.

A Marida Dentamato, dedicai dalle pagine di PugliaIn, o forse, PugliaOggi, un’intervista allorchè fu nominata Presidente del Conservatorio Piccinni di Bari. Fu un incontro gradevole e cordiale fra colleghi, non solo perchè ci univa il legame con Enrico Dalfino, ma soprattutto perchè qualche anno prima avevo ricoperto il suo stesso incarico al Conservatorio, lasciato per la nomina a Commissario Governativo del nascente Conservatorio Nino Rota di Monopoli. Ma né di Marida Dentamaro, né tantomeno di me dobbiamo scrivere oggi, ma di Simonetta Lorusso. Ié tocca, se mi fate passare il romanesco (mi ha influenzato Trilussa, appena letto).

Simonetta Lorusso ha un curriculum di tutto rispetto, da fare invidia alla maggior parte degli uomini, soprattutto quelli dediti prevalentemente, se non esclusivamente, alla politica.

Simonetta Lorusso è un’imprenditrice, anzitutto. Amministratrice della Saicaf. Sarà che con gli anni la memoria mi vacilla (pietosa bugia, non l’ho mai avuta, le poesie a scuola erano il mio dramma) ma non ricordo altro marchio, vivo e vegeto, che sappia rappresentare Bari come quello “SAICAF”. Bari di industriali ne ha partoriti davvero pochi. Commercianti in quantità industriali -mi si passi il gioco di parole-. Che poi quelli di un tempo fossero veri mercanti e i loro eredi poveri bottegai è tutto un altro discorso, che va fatto ma non quì ed oggi. Saicaf, dicevamo, un marchio impostosi sul mercato nazionale ed oltre. Poi abbiamo avuto le Officine Romanazzi, che si sono estinte da sole, agli eredi non interessavano e una serie di fallimenti da Calabrese all’OM, dall’Aida alla Pasta Ambra. Qualche azienda è sopravvissuta ed è anche cresciuta, ma soprattutto nel settore alimentare: dalla Divella alla Dentamaro, appunto. Bella eccezione la Dioguardi, ma all’estero, in Patria poca fortuna. Ma Saicaf è e resta non solo il marchio per eccellenza, ma soprattutto un’azienda che ha sempre prestato attenzione e curato iniziative sociali notevoli. E forse da lì, da quel ritenere non solo “il profitto” il proprio obbiettivo, nasce la caratterizzazione politica di Simonetta Lorusso, che si definisce orgogliosamente “Socialista”. Conosco la storia politica un poco meglio della storia della città e capisco bene il suo orgoglio. Già, perchè le sue radici di socialista s’identificano col socialismo puro, quello di Sandro Pertini, per intenderci. E da socialista è stata assessore ai lavori pubblici della prima giunta Emiliano. Un periodo favoloso per la sinistra pugliese, infatti fu riconosciuto in Italia come “la primavera pugliese”: Niki Vendola alla Regione Puglia aveva sconfitto Raffaele Fitto, Michele Emiliano al Comune di Bari idem con Simeone Di Cagno Abbrescia. Amministrazioni che crearono un fermento ed una vivacità culturale che forse è paragonabile solo all’Ecole barisienne. Non continuò e fu un gran peccato per chi quei valori ha cominciato a condividerli da liceale e se li è portati appresso per tutta la vita.

Simonetta Lorusso di quella amministrazione fu l’anima, la forza propulsiva come può e sa esserlo l’imprenditore con principi sociali. Non il politichese fu la positività di quelle amministrazioni comunale e regionale, ma la concretezza di una Bari che mutava in meglio in una regione che cresceva perlomeno altrettanto. Intendiamoci, non tutto fu perfetto. ma la perfezione non è degli uomini e spesso il meglio è nemico del fare.

Non si può sottacere peraltro l’impegno di Simonetta Lorusso per lo sport e lo sport più nobile in assoluto per una città di mare: la vela. E Lei da otto e per otto anni ha guidato il circolo della vela riportandolo a fasti sportivi che sembravano persi per sempre. Certo merito dei Maestri, merito dei Direttori sportivi. Ma se piscis a capite fetet, è anche vero il contrario. Un (una) Presidente capace si circonda di collaboratori validi ed il successo è dietro l’angolo. Un solo esempio: il Grande prof. Michele D’Erasmo, da Presidente del Liceo Musicale N.Piccinni (non era ancora Conservatorio) chiamò a dirigerlo un giovane promettente: era Nino Rota. E Bari e la Puglia ebbero una delle scuole Musicale migliori d’Italia, Paese che vantava all’epoca le migliori scuole al mondo.

Così quando ho letto che Simonetta Lorusso si ricandidava alla Regione Puglia nella lista “con Emiliano Presidente” non mi ha destato meraviglia. Un’imprenditrice prestata alla politica: no! E non è un difetto, anzi. Un’ imprenditrice e al contempo una politica, che per troppo tempo è stata lontana. Lontana per modo di dire perchè, se ce l’hai nel dna o nel sangue, non smetti mai d’impegnarti, non ti serve la poltroncina, operi e concludi come e meglio del calato dall’alto, nominato e non eletto di cui la politica odierna è piena e non se ne può più.

Le sue idee ed i suoi programmi, da quanto ho capito, concreti e realizzabili: attenzione particolare a turismo e cultura, settori penalizzati dal Covid quanto non altri ed al contempo con l’agricoltura e l’enogastronomia, assi portanti dell’economia regionale. Ma lo sviluppo dei porti e dei trasporti non la trova certo indifferente. Nella sanità è la “socialista rivoluzionaria” di sempre: la sua ricetta? Potenziare la medicina di base, dare mezzi e potere ai medici di famiglia. Non si deve andare ai pronto soccorso e ricorrere ai ricoveri per una diagnosi semplice o un’esame che, da non ricoverato, avrà tempi biblici. Ora poi che la sanità regionale ha pagato il suo debito, coprendo quel buco nero che risale alle amministrazioni di Totò (Salvatore) Fitto e Michele Bellomo, rivoluzionarne la fruizione può permetterci di mostrare realmente al Paese cos’è la sanità d’eccellenza, quella pubblica al servizio dei cittadini e non di, pur legittimi, interessi privati, poco compatibili con la salute pubblica, quella che la costituzione garantisce.

Sicuramente molte carenze nella mia visione, ma auguro a Simonetta Lorusso un grosso in bocca al lupo, da uomo di teatro che sono stato e sarò sempre, convinto che se potrà operare in Regione sarà un gran guadagno per i cittadini pugliesi.

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