Un’altra giornata politica.

La vicenda del segretario Udc Casa , indagato per mafia, pesa sui passi dell’allargamento dell’attuale compagine governativa.

GP

Ieri con un articolo tra il serio ed il faceto abbiamo descritto la prima giornata politica dopo la crisi che le dimissioni delle ministre Bellanova e Bonetti e l’abbandono della maggioranza da parte di Italia Viva ha innescato.

Come sempre ogni evento ha diverse chiavi di lettura. La vicenda Lorenzo Cesa, per qualcuno è un’ostacolo insormontabile a proseguire le trattative per l’acquisizione in maggioranza dell’Udc e dei preziosi suoi tre senatori. I pentastellati non ne vogliono sentir parlare, ha detto ieri Luigi Di Maio. Per altri le dimissioni rassegnate da Cesa aiutano il dialogo. Cesa infatti era tra i più restii a lasciare il centrodestra. Ostacolo rimosso, o almeno accantonato.

La maggioranza cerca di velocizzare la formazione del nuovo gruppo a sostegno della maggioranza, “responsabili”, “volenterosi”, tutto -o quasi- va bene pur di raggiungere e superare al Senato quota 161 e sterilizzare la necessità di ottenere da Renzi almeno l’astensione senza di che non si va avanti. E i guai oltre che nell’aula di Palazzo Madama si cominciano a sentire un poco in tutte le commissioni parlamentari dove il voto dei renziani è indispensabile.

Matteo Renzi coglie l’occasione per sottolineare che il potere è anche e soprattutto oggi nelle mani della sua Italia Viva: ” Se volete confrontarvi nelle sedi istituzionali, noi ci siamo”. Ma al momento il leader Iv viene considerato fuori dai giochi: si guarda invece ai suoi, convinti che qualche senatore di Italia Viva possa tornare nell’alveo della maggioranza. Al lavoro per reclutare volenterosi Tabacci, Mastella e sicuramente anche altri nomi meno noti. I tre senatori Udc: Paola Binetti, Antonio Saccone e Antonio De Poli vanno convinti. I margini di recupero di uomini ci sarebbero, ma le trattative per ora non portano a nulla ed il 27 gennaio, in cui si Bonafede dovrà affrontare il Parlamento con le sue proposte sulla giustizia, si avvicina e con questo una possibile Waterloo. I renziani voreranno contro ed il governo, ad oggi, andrebbe sotto.

Tanto suscita la reazione di Matteo Salvini o meglio della Lega. Salvini fa il controllato: “maggioranza con cui è impossibile lavorare” e lascia ai suoi fedelissimi di parlare “del mercato delle vacche”.

Di nuovo, anche se annunciata, c’è la nomina dell”ambasciatore Piero Benassi, attuale consigliere diplomatico del premier Giuseppe Conte, a sottosegretario con Delega ai Servizi. 

Conte convoca un Cdm per comunicare la nomina e convoca a Palazzo Chigi domani i sindacati, imprese e Regioni per discutere del Recovery plan e rispondere così alle sollecitazioni “di far presto e bene” di Paolo Gentiloni.

Una giornata decisamente interlocutoria.

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