L’agriturismo Masseria Sant’Angelo

L’agriturismo Sant’Angelo è una antica masseria che affonda le radici nel medioevo. Oggi trasformata dalla famiglia Marchetti in uno splendido agriturismo

Rocco Michele Renna

Storia tratta dal sito dell’Agriturismo con relativa foto di proprietà dell’agriturismo stesso. La Masseria Sant’Angelo affonda le sue radici nel lontano Medioevo. Infatti, un primo manoscritto, risalente all’anno 1080, rivela che Umfrido D’Altavilla normanno, Conte di Gravina, figlio ed erede di Accardo, la donò ad Alberane, abate della chiesa di Sant’Angelo del Frassineto “in segno di riconoscenza a Dio onnipotente”.

Umfrido D’Altavilla

Nel Libro di Domenico Nardone, primo compilatore di una storia cittadina compresa tra il 445, cioè dalle origini moderne fino al 1870, all’unità d’Italia, dettagliatamente, illustra due documenti, che fanno chiarezza sul personaggio di Umfrido e della nascita della chiesa di Sant’Angelo del frassineto.

In maniera sintetica e nelle parti essenziali “Il primo porta la data del luglio 1080, e contiene una donazione fatta a favore della chiesa di S. Angelo del Frassineto, posta nel tenimento di Gravina a qualche chilometro dal centro abitato (ndr. nella nota, lo storico aggiunge: S. Angelo del Frassineto, Chiesa d’origine benedettina, veniva così indicata per una ricca piantagione di frassini esistenti allora nelle sue adiacenze).

Mentre il secondo, sintetizzato dallo storico Fedele Raguso, porta la data del dicembre 1092: “Il conte Umfrido, figlio ed erede di Accardo conte di Gravina, in presenza di Arnaldo arcivescovo di Acerenza e di altri testimoni dona al clero tutte le decime su ogni tipo di raccolto e di entrate, animali, erbatico, oltre al diritto di sfarinate, di servirsi del forno, di cavare fosse, di costruire case, di piantare vigneti e di tagliare la legna per il fuoco, tutto per la costituzione e mantenimento del vescovato”.

Nardone, invece, va più in profondità, riportando l’atto in tutta la sua integrità, con dovizia di particolari, così come si conviene, per mettere meglio in risalto il gesto e dare più lustro al personaggio.

L’atto fu redatto da un altro notaio a nome Sando, e contiene una cospicua donazione fatta questa volta dallo stesso Umfrido a favore della principale chiesa di Gravina, perché si potesse provvedere al ripristino della sede vescovile, rimasta soppressa come vedemmo nella capitolazione della città nelle mani dei Saraceni (999).

Documento donazione S Angelo del Frassineto   

Appunto, dalla lettura del manoscritto scritto in latino, si evince come il Conte abbia disposto di convocare l’abate Alberane e di affidargli un suo casale posto dinanzi alla predetta chiesa, dove erano stati sepolti i suoi genitori, poiché la stessa non aveva terre che potessero garantirgli sostentamento, di fargli dono di “un vasto territorio circostante l’omonima chiesa” in modo che gli uomini del casale potessero lavorarle ed ottenerne lauti compensi.

Dispose, inoltre, che il predetto casale, le terre assegnate e tutti gli animali lì presenti fossero in possesso dello stesso abate e dei suoi successori che avrebbero potuto utilizzarle a vantaggio della chiesa concedendo, altresì, pieni poteri alla curia, affinché in nessun modo fosse lecito agli uomini di Gravina avanzare pretese sulle terre, da lui donate, “senza licenza e volontà del rettore della chiesa“.

Il casale attraversa i secoli mantenendo le peculiarità di una proprietà ecclesiastica fino al momento in cui, nel 1809, subisce il destino di tutti gli ordini religiosi: un regio decreto prevedeva la soppressione di conventi e comunità destinandoli ad uso civile, con conseguente incameramento dei loro possedimenti e beni da parte del regio demanio.

Sant’Angelo del Frassineto, divenuto quindi un bene alienabile, viene acquisito dalla famiglia Marchetti nel 1837.

Durante il secolo scorso la struttura viene utilizzata per attività pastorizie e solo nel 2000 vede l’inizio di una serie di lavori di restauro messi in atto dalla famiglia Marchetti, per opera del titolare Giovanni, nel pieno rispetto delle antiche forme e degli spazi originali riuscendo a ripristinarne l’antico valore.

La Masseria comprende lo “iazzo” destinato ad Agriturismo, gli alloggi, una saletta riunioni, la casa padronale, antichi fabbricati rurali adibiti al ricovero degli animali, ampi locali per lo svolgimento delle attività didattiche nonché spazi attrezzati per l’esercizio delle attività agricole.

A tutt’oggi il sito originario della chiesa è ancora sconosciuto anche se in molti dicono di aver intravisto delle tracce. Bisognerebbe far intervenire esperti con un georadar per scovare eventuali fondamenta o cavità sotterranee.

Purtroppo, la malsana usanza del passato, di riciclare infrastrutture storiche ritenute non più utili o diroccate, ha portato alla scomparsa di molti siti di alto e pregevole valore storico, una usanza che cancella il passato fino all’oblio della struttura e della sua storia.

Per fortuna quella “usanza” è stata abolita e quello che rimane in piedi di queste strutture, oggi viene tutelato e protetto.

L’agriturismo (qui il sito web) lo trovate a Gravina in Puglia in “Contrada Sant’Angelo”: sarete accolti con cordialità e vi offriranno una ottima cucina locale, dite pure che vi manda Rocco Renna, praticante pubblicista redattore de lavocenews.it.

Agriturismo

N.B. In copertina “Agriturismo Sant’Angelo”, opera in arte digitale di Rocco M. Renna liberamente concessa a LaVoceNews.it

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