Di chi è la colpa? Siamo tutti colpevoli!

Ischia, ancora una volta una tragedia che si poteva evitare…

Rocco Michele Renna

Quando nel 1610, per volontà di Conte di Lemos e sotto l’egida di Giulio Cesare Fontana, iniziarono i lavori per la realizzazione dei Regi Lagni il vice regno spagnolo osava affrontare un problema che da secoli attanagliava la Campania Felix.

Le continue inondazioni del fiume Clanio, infatti, tormentavano le popolazioni locali e impedivano lo sviluppo urbanistico sin dall’epoca romana quando Livio e Virgilio descrivevano Acerra e Liternum come siti spopolati e assediati dalle acque.

Tali effetti negativi si accentuarono nel Medioevo e persistettero sino al tramonto del Cinquecento, quando il viceré Pedro de Toledo iniziò a mostrare attenzioni per certe problematiche.

I Regi Lagni sono canali rettilinei che raccolgono acque piovane e sorgive convogliandole dalla pianura al mare, tra la foce del Volturno ed il lago di Patria, estendendosi lungo centodiecimila ettari pianeggianti dalle grandi qualità agrarie.

i Regi lagni

Si tratta di un’opera realizzata da architetti di talento come Fontana, Tortelli, Casale… che va a comporre un complesso sistema di drenaggio svolgendo una funzione fondamentale per la tutela dell’equilibrio idro-geologico e rappresenta una delle opere maggiori di quel tempo.

I Regi Lagni servivano a drenare l’acqua da zone come quella di Sarno che rischiava di franare anche allora ed in più, in quanto sede di una notevole sedimentazione di detriti erosi dalle circostanti fasce montane.

Ormai scomparsi i filari di pioppi settecenteschi, distrutti i mulini e gran parte dei ponti in muratura, spesso sostituiti con anonimi manufatti in cemento. Oggi i lagni si distendono in un contesto in cui i centri urbani continuano caoticamente a dilatarsi, dislocati a destra e a sinistra del loro tracciato, addirittura con costruzioni abusive che li vanno a sbarrare o trasformati in discarica a cielo aperto. Tutto ciò mette a rischio la tenuta degli equilibri morfologici. La loro funzione salva vita è stata eliminata.

Sarno

Non dimentichiamo appunto la tragedia di Sarno nel 1998.

I regi Lagni oggi

Anche per le Isole come Ischia era previsto un sistema di salvaguardia e regimentazione delle acque meteoriche? Anche li i regnanti preunitari delle Due Sicilie avevano previsto un sistema di salvaguardia del territorio che oggi è scomparso!

Oggi nell’isola di Ischia si scava ancora per cercare gli ultimi dispersi, come accadde a Sarno. Una tragedia che si poteva evitare? Sicuramente sì!

In una vecchia foto degli indizi del secolo scorso possiamo vedere il monte Epomeo di Ischia, costituito dall’accumulo e sovrapposizione di depositi ignimbritici (L’ignimbrite è una roccia piroclastica compatta, solitamente a chimismo da riolitico a dacitico, generata da un flusso piroclastico) e piroclastici (materiale eruttato dai vulcani, ceneri, lapilli, ecc.), e delle rocce derivanti dalla sedimentazione di tale materiale), come Il governo borbonico aveva fatto regimentare le acque del monte per farle defluire libere a valle nel mare. Impedendo qualsiasi tipo di carico attraverso gli abusi…

foto degli indizi del secolo scorso del monte Epomeo di Ischia

Che fine ha fatto il sistema di regimentazione delle acque? Di chi è la colpa di questa ennesima tragedia? In molti mettono le mani avanti dicendo che l’abusivismo edilizio non c’entra, si tratta solo di una catastrofe climatica e lo stato italiano vuol scaricare le colpe della tragedia sugli abitanti.

La solita solfa, il solito piagnisteo per apparire e perché no per fare un po’ di demagogia politica strumentalizzando il dolore di chi sta soffrendo in prima linea questa ennesima tragedia della stupidità e della avidità umana, di fatto la colpa è di tutti quanti, stato compreso e il cambiamento climatico è una concausa.

Come mai il piano regolatore in quel comune non si attuava da tanto tempo? Parlare di case abusive è sbagliato secondo alcuni, però prima di essere condonate erano abusive e magari una casa “in regola dopo il condono” potrebbe aver sbarrato il flusso della frana facendo investire una abitazione regolare da sempre?

In questo caso, lo stato è complice nella concausa della tragedia perché accettando il condono non ha fatto niente per controllare se quelle case erano realmente da condonare o abbattere e soprattutto non ha fatto niente per metterle in sicurezza.

E allora è inutile piangere sul latte versato e accusare l’altro, la colpa è di tutti noi! Mi auguro che chi di dovere si metta una mano sulla coscienza e non al portafoglio, rinunci al facile guadagno e regolamenti una volta per sempre la situazione, non solo di Ischia ma almeno di tutto il sud.

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