Festival di Sanremo: un Vescovo indignato scrive
Le considerazioni del Vescovo di Ventimiglia-San Remo (in foto).
La redazione
Ad elevare forte e chiara la protesta è il Vescovo di Ventimiglia-San Remo. Se fosse un magistrato lo definiremmo “competente per territorio” ed in fondo così è. Commenta un episodio avvenuto nella sua diocesi, che grazie a Mamma Rai ed al successo nazional-popolare del Festival di San Remo, ha avuto una platea televisiva di 10.911.000 spettatori. Una cifra spaventosa, un Fiorello strepitoso ,,,,,,ma ……. scrive il Vescovo Suetta:
“Una triste apertura del Festival della Canzone Italiana 2022 ha purtroppo confermato la brutta piega che, ormai da tempo, ha preso questo evento canoro e, in generale, il mondo dello spettacolo, servizio pubblico compreso.
La penosa esibizione del primo cantante ancora una volta ha deriso e profanato i segni sacri della fede cattolica evocando il gesto del Battesimo in un contesto insulso e dissacrante.
Il brano presentato, già nel titolo – Domenica – e nel contesto di un coro gospel, alludeva al giorno del Signore, celebrato dai cristiani come giorno della fede e della risurrezione, collocandolo in un ambiente di parole, di atteggiamento e di gesti, non soltanto offensivi per la religione, ma prima ancora per la dignità dell’uomo.
Non stupisce peraltro che la drammatica povertà artistica ricorra costantemente a mezzi di fortuna per far parlare del personaggio e della manifestazione nel suo complesso.
Indeciso se intervenire o meno, dapprima ho pensato che fosse conveniente non dare ulteriore evidenza a tanto indecoroso scempio, ma poi ho ritenuto che sia più necessario dare voce a tante persone credenti, umili e buone, offese nei valori più cari per protestare contro attacchi continui e ignobili alla fede; ho ritenuto doveroso denunciare ancora una volta come il servizio pubblico non possa e non debba permettere situazioni del genere, sperando ancora che, a livello istituzionale, qualcuno intervenga; ho ritenuto affermare con chiarezza che non ci si può dichiarare cattolici credenti e poi avvallare ed organizzare simili esibizioni; ho ritenuto infine che sia importante e urgente arginare la grave deriva educativa che minaccia soprattutto i più giovani con l’ostentazione di modelli inadeguati.
Sono consapevole che la mia contestazione troverà scarsa eco nel mondo mediatico dominato dal pensiero unico, ma sono ancora più certo che raggiungerà cuori puliti e coraggiosi, capaci di reagire nella quotidianità della vita ad aggressioni così dilaganti e velenose. Soprattutto sono convinto di dover compiere il mio dovere di pastore affinché il popolo cristiano, affidato anche alla mia cura, non patisca scandalo da un silenzio interpretato come indifferenza o, peggio ancora, acquiescenza.
Vero è, come dice il proverbio, che “raglio d’asino non sale al cielo”, ma stimo opportuno sollecitare le coscienze ad una seria riflessione e i credenti al dovere della riparazione nella preghiera, nella buona testimonianza della vita e nella coraggiosa denuncia.
Sanremo, 2 febbraio 2022.
✠ Antonio Suetta
Questa la lettera di S.E. Antonio Suetta. Come vede, signor Vescovo noi, che siamo un quotidiano decisamente laico, ma facciamo la nostra particina nel mondo mediatico, di cui lei scrive “la mia contestazione troverà scarsa eco nel mondo mediatico dominato dal pensiero unico“, non siamo dominati dal pensiero unico e diamo giusto risalto al suo intervento. Ella che, ci perdoni l’irriverenza, “è del mestiere” ha trovato quella canzone “blasfema”? Lei non usa questo termine, ma gli aspetti che sottolinea, sintetizzati, valgono quello. Una responsabilità non certo solo del cantante, ma condivisa a pieno titolo dal direttore artistico del Festival, che ne ha voluto l’esecuzione. Siamo a disposizione dell’esecutore, del direttore artistico e della Rai ove volessero replicare sulle nostre pagine. Intanto, registriamo e diamo voce alle considerazioni del Vescovo Suetta, di cui apprezziamo la spontaneità ed il coraggio, tutto cristiano, di esporsi a critiche anche feroci, per professare, senza se e senza ma, la propria fede e le proprie convinzioni, giuste o sbagliate che siano.
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